Oggi ho per voi una notizia che dimostra quanto l’arte astratta sia soggetta a interpretazioni diverse e molto, molto personali. Proviene dal Regno Unito.
Il curatore della mostra (in questi giorni alla Tate Gallery di Londra) dedicata a Mark Rothko ha deciso di appendere a testa in giù i quadri del celebre pittore americano morto suicida nel 1970. Ha proprio deciso, non avete letto male. Non è stata una svista: “Black on maroon”, coppia di opere con strisce nere su fondo marrone che Rothko donò alla Tate Gallery poco prima di suicidarsi, è stata appesa seguendo il senso verticale, mentre Rothko li aveva pensati in orizzontale. A testimoniare la volontà dell’artista, la sua firma sul retro delle due tele. Ma secondo il responsabile della mostra, il senso verticale fa un effetto migliore (Ah sì? E a chi? Non occorre essere critici d’arte per ricordare che le opere di Rothko seguono quasi tutte l’orizzontalità…). Però il testardo curatore non si piega: Rothko a testa in giù? A me piace di più, sembra essere lo slogan della mostra. Speriamo sia solo una strategia per richiamare pubblico al museo, e che poi, una volta fatto il pienone, le tele siano risistemate come Rothko comanda.
Se avessi fatto dei quadri così, mi sarei suicidato anch’io.
Ciao Gino, Rothko ha lottato a lungo contro la depressione e alla fine ha ceduto.
Resta il fatto che Rothko è uno dei più grandi artisti del secolo scorso, ma capisco che l’arte astratta può piacere oppure no…