Pubblicato in: Architettura

Il mito di Niobe nella villa del Mecenate di Ovidio

di Giulia 16 gennaio 2013

Niobe, figlia di Tantalo e Taigete, aveva sposato Anfione, re di Tebe, e aveva dato alla luce sette robusti figli e sette bellissime figlie.Niobe

Molto orgogliosa di loro, si vantava di essere più feconda di Leto, da cui erano nati Artemide e Apollo. Con quelle parole però irritò i due dei, i quali decisero di punirla per la sua superbia.

Apollo col suo arco uccise i figli maschi di Niobe mentre erano a caccia. Nonostante ciò Niobe non smise di glorificare i suoi figli: venne così il turno di Artemide. La dea uccise le sette figlie femmine lasciando così sola Niobe. Questa giunse disperata alle pendici dell’Olimpo pregando gli dei di tramutarla in roccia, sperando così di non soffrire più.

Il suo desiderio fu esaudito una volta raggiunta la Libia, ma nonostante il suo nuovo aspetto continuò comunque a soffrire e piangere. Dalla roccia cominciarono infatti a colare incessantemente gocce d’acqua.

Questo drammatico mito, presente nelle “Metamorfosi” di Ovidio, è efficacemente rappresentato dal gruppo di statue scoperte la scorsa estate in un nuovo settore della villa del generale Marco Valerio Messalla Corvino, Mecenate del Poeta Ovidio, console insieme a Ottaviano e comandante nella battaglia di Azio del 31 a.C., situata a Ciampino, in un’area interessata da un progetto di edilizia in via dei Laghi, all’interno dei cosiddetti Muri dei Francesi, una proprietà privata corrispondente al Barco dei Colonna.

Ecco dove si trova la Villa del Mecenate

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Veduta degli scavi con la piscina (la Repubblica.it)

Veduta degli scavi con la piscina (la Repubblica.it)

Questo nuovo settore portato alla luce dall’équipe della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio, consisteva in un settore termale riccamente decorato con mosaici e con la presenza di una piscina lunga 20 metri e con le pareti dipinte di azzurro.

Le statue rinvenute si datano al I secolo a.C., in età Augustea, e oltre al gruppo già citato comprendono anche numerosi frammenti che gli archeologi affermano che sarà possibile ricomporre. Erano poste sui quattro lati della piscina e si sono conservate per secoli probabilmente a causa di un terremoto che nel II secolo d.C. l’ha sepolta.

Una delle statue (la Repubblica.it) Una delle statue Una delle statue (la Repubblica.it)

“Le sculture ci offrono nuove testimonianze sull’iconografia di Niobe” dice Alessandro Betori, direttore scientifico degli scavi. “Nel gruppo spiccano due figure maschili di giovani colti nell’atto di osservare l’eccidio dei fratelli che appaiono a tutt’oggi inediti. E soprattutto, la villa da cui provengono appartiene a Messalla, protettore di Ovidio. Non è un caso che la descrizione più vivida del mito di Niobe si trovi proprio nel suo capolavoro, le Metamorfosi. Da assiduo frequentatore del circolo, il poeta avrà forse avuto modo di vedere il gruppo dei Niobidi in tutto il suo splendore e di rimanerne ispirato”.

La piscina (la Repubblica.it)

La piscina (la Repubblica.it)

Questa sensazionale scoperta è stata anche recentemente mostrata all’interno di un servizio su Rai Uno, che ne ha sottolineato ulteriormente la grande importanza.

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