Satisfiction: il primo giornale letterario gratuito

di mariagiovanna 5 maggio 2008

Il primo numero di Satisfiction

E’ uscito il 12 febbraio scorso il secondo numero di Satisfiction, il primo free press culturale di critica letteraria che rimborsa chi non è rimasto soddisfatto dei libri consigliati. Ideato e fondato da Gian Paolo Serino, giovane critico letterario, che collabora con la Repubblica, Il Giornale, Il Venerdì, D-la Repubblica, Rolling Stone e GQ, Satisfiction affonda le sue radici nel web. Tutto è nato dalle recensioni di romanzi e racconti che Serino pubblicava sul blog Satistfiction.typepad.com dove già applicava la formula vincente ‘soddisfatti o rimborsati’. Nel giro di poco il blog si è piazzato tra i 100 più visitati in Italia. Un vero record!

Ora l’esperienza del blog, che nel frattempo è stato spostato all’interno del nuovo sito di Condè Nast, menstyle.it, è diventata anche una bella realtà cartacea, distribuita gratuitamente nelle librerie indipendenti. Come sottolinea lo stesso Serino nella presentazione dell’iniziativa “Satisfiction è un progetto che non ha colore, le testate rappresentate sono le più diverse, che non ha bandiere, le logiche commerciali delle case editrici non ci appartengono, che non ha interessi se non quelli di far circolare le idee”.

Nel secondo numero, distribuito in 120mila copie gratis nelle librerie di tutta Italia sono apparsi scritti, anticipazioni ed inediti di Filippo Tommaso Marinetti, Carmelo Bene, Alessandro Zaccuri, Valerio Magrelli, Erri De Luca, James Sallis, Barry Lopez, Jesse Ball, Luca Di Fulvio, Daniela Rossi, Massimo Carlotto, Paolo Bianchi, Paolo Cioni, Giampaolo Simi, Filippo Tuena, Raul Montanari, Bruno Morchio, Rosella Postorino, Daniele Biacchessi, Luigi Mascheroni, Valter Binaghi, Chiara Crepella, Ettore Malacarne, Roberto Pianesi, per un totale di 48 pagine formato tabloid.

Serino prende molto seriamente la letteratura ed il suo lavoro, quasi come una missione: “Non stiamo dietro alla dittatura delle fascette, recensiamo libri nuovi ma anche romanzi dei quali la critica tradizionale magari non si accorge o fa finta di non accorgersi. Detesto la critica polverosa, fredda. Il mio approccio e quello dei miei collaboratori è emotivo, di pancia più che di testa”.

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