La mostra e gli eventi che compongono Like-us 2009 sono dedicati a Tina Modotti (1896-1942) fotografa e attrice, amica di Frida Kahlo e figura rivoluzionaria del novecento.
La mostra d’arte itinerante è curata da Valerio Dehò e, dopo Bologna, si sposterà a Roma, Mantova, New York, Parigi e Tokyo.
Nel comunicato stampa si legge: “Like-us nasce come un progetto artistico concepito su un concetto molto semplice: l’arte genera arte. Le caratteristiche che definiscono il profilo Like-us sono: la figura della Musa ispiratrice. Il sottotitolo del progetto è: artisti di oggi per donne di sempre. La prima edizione individua Tina Modotti come propria musa ispiratrice per l’edizione numero uno del progetto; un gruppo di artisti coinvolti da Lavinia Turra (Lorenzo Chiuchiu, Demosthenes Davvetas, Nicola Muschitiello, Roberto Pazzi, Anna Ronchi, Mustafa Sabbagh, Lavinia Turra, Gabriele Via); una serie di opere nelle quali ogni artista cede quindi un momento di libertà creativa per essere connesso nel disegno complessivo; una serie di tappe in Italia e all’estero in cui presentare le opere con diversi momenti di performance; un libro d’arte che accompagna l’evento; il sito www.like-us.eu“.
Ho letto il libro di Pino Cacucci sulla vita di Tina Modotti e mi sono innamorata di questa donna forte e fiera. Una donna che non ha avuto paura a lasciare l’ambiente protetto dell’élite artistica newyorchese per lanciarsi nella caotica Città del Messico dove ha sposato la causa rivoluzionaria degli Estridentisti e ha gravitato intorno all’universo di Diego Rivera.
La sua storia personale si è intrecciata in vari punti con quella dell’900, secolo di lotte, di guerre e di speranze infrante. Tina, con la sua macchina fotografica sempre al collo, ha lavorato nel Soccorso rosso a Mosca negli anni dello stalinismo e, nel 1936, ha combattuto in Spagna con le Brigate Internazionali dove ha incontrato e conosciuto Hemingway, Dos Passos e Capa.
Con la sua opera fotografica e con i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo la vita dei diseredati, dei contadini, degli operai ma anche le meravigliose donne messicane, altere ed orgogliose.
Un libro che consiglio vivamente ed una mostra che cercherò di non perdere!