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The Kiss di Laing immortala la nuova icona pop Amy Winehouse

di mariagiovanna 18 dicembre 2007

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Trovo il quadro di Gerald Laing, The Kiss, che raffigura la cantante Amy Winehouse con il marito Blake Fielder-Civil, ispirato e ben riuscito. Mi ha colpito appena l’ho visto. Gerald Laing è un artista molto conosciuto in Gran Bretagna ma nel nostro paese il suo nome è noto solo agli appassionati di Pop art e a pochi altri. Diventato famoso negli anni sessanta grazie ad alcuni quadri che raffiguravano icone dell’epoca, come la bellissima Brigitte Bardot e l’attrice danese Anna Karina, a quaranta anni di distanza, Laing torna ad effigiare delle celebrità. Tra queste spiccano i nomi della modella grissino Kate Moss e di Victoria Beckham, oltre alla Winehouse. La nuova serie di dipinti di Laing si basano sulle immagini perfette e patinate di questi personaggi famosi, come appaiono su giornali e riviste. In the Kiss, il cui nome deriva dalla scultura di Auguste Rodin, la Winehouse si trova sul red carpet e bacia con trasporto il neo marito. Il quadro è esposto alla Ocontemporary di Brighton. Laing è rimasto folgorato da questa giovane cantante, nota alle cronache per i suoi comportamenti sempre al limite. “Ha un talento incredibile e una personalità notevole – ha dichiarato Laing –. Ha una vena autodistruttiva che trovo molto interessante, perché è qualcosa che accomuna le nostre vite. E’ come un calcio in faccia alla mortalità. Una posizione che molte persone di talento hanno seguito”. La Winehouse sembra essere perfetta nei panni di icona pop, tanto che Laing sta già lavorando ad un altro ritratto. In questo nuovo dipinto Amy sarà raffigurata mentre, seduta in compagnia di altre persone ad una cerimonia di premiazione, sorseggia champagne. In questo quadro Laing re-immagina il “Banchetto di Belshazzar” di Rembrandt. Un’opera dell’artista è al momento in esposizione a Roma all’interno della mostra “Pop art! 1956-1968” alle Scuderie del Quirinale. La mostra rimarrà aperta fino al 27 gennaio 2008 e propone “una carrellata attraverso oltre 100 opere, una cinquantina di artisti e poco più di una decina d’anni, per raccontare uno dei movimenti che hanno fatto la storia dell’arte e del costume della seconda metà del XX secolo”.

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