Pubblicato in: Arte

La montagna di sale di Palladino assalita dai milanisti in festa

di Valentina 10 maggio 2011

A qualcuno di voi sarà forse capitato, passando in piazza Duomo a Milano, di vedere una curiosa installazione posta di fronte a Palazzo Reale: si tratta della Montagna di sale dell’artista campano Mimmo Paladino.
In effetti non notarla è pressoché impossibile: l’opera, un vulcano di 150 quintali di sale fatti arrivare dalla Sicilia e voluta da Letizia Moratti in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia (“ho voluto portare il sale dal Sud al Nord”, ha detto Paladino), misura 35 metri di diametro e 10 metri di altezza. Dalla montagna emergono come frammenti scultorei 30 cavalli, a violarne la simmetria e l’equilibrio come dopo una battaglia perduta.
La Montagna, che ricorda la Land Art (gli artisti modificavano l’aspetto del paesaggio tramite l’inserimento di opere che diventavano un tutt’uno con esso), aveva già fatto la sua comparsa nel 1990 a Messina come quinta di uno spettacolo teatrale, nel ’95 a Napoli, in piazza del Plebiscito (dove fu saccheggiata), e infine, con lievi modifiche, a Milano, in concomitanza con la grande retrospettiva dedicata a Paladino (Palazzo Reale, fino al 19 giugno).

Sabato 7 maggio il Milan ha vinto il suo diciottesimo scudetto e i tifosi, in preda all’euforia, hanno dato l’assalto alla Montagna di sale. Devono aver pensato che l’opera di Paladino avesse bisogno di essere “vissuta”, di diventare parte effettiva della città, di “interagire” con i cittadini. O forse cercavano semplicemente un luogo adatto per piantare i vessilli rossoneri. Fatto sta che hanno festeggiato arrampicandosi (chi con più disinvoltura, chi ruzzolando giù in maniera poco atletica) sulla Montagna, danneggiandola. Ora il Milan dovrà pagare i danni procurati alla scultura.

Nessun atto di vandalismo nei confronti della Montagna di sale, piuttosto lo definirei un interesse molto fisico da parte dei tifosi del Milan“, ha detto Paladino riguardo all’accaduto. “Certo – ha aggiunto- nessun artista è felice quando una propria opera viene attaccata, violata, in parte sfregiata. Ma la mia Montagna si erge all’aperto. Diciamo che a Milano mi è andata bene. Perchè a Napoli si rubavano il sale“. “Mi piacerebbe che la mia Montagna potesse continuare a viaggiare dal nord verso il sud nei 150 anni delle celebrazioni dell’Unità d’Italia. Il sale è uno degli emblemi e dei simboli più forti del nostro Meridione – ha concluso Paladino – Propiziatorio e scaramatico“. [Intervista tratta dal Corriere della Sera].

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