Recenti scavi condotti all’interno del Parco Archeologico di Selinunte hanno permesso di portare alla luce il più antico tempio del santuario urbano di Selinunte, situato nell’estremità a sud della città antica. Il progetto è stato portato avanti nell’ambito di una convenzione con il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e l’Institute of Fine Arts della New York University.
Al di sotto del pavimento del Tempio R, situato subito a sud del Tempio C, sono emersi i resti di un muro e di un pavimento, attribuiti a un tempio arcaico, e due fori di palo di grandi dimensioni, interpretati come indicatori della presenza di un colonnato centrale.
Sono stati trovati, nei pressi delle buche di palo, alcuni reperti in ceramica. Tra questi anche un lekytos, un vaso con corpo allungato, collo stretto e un’ansa, in stile proto corinzio e con raffigurati animali che pascolano. Il ritrovamento di questo frammento di vaso ha permesso la datazione del tempio attorno al 650-625 a.C.
Sul pavimento della cella si sono inoltre individuati una statuetta in terracotta, probabilmente raffigurante Demetra (databile attorno al 570 a.C.) e numerose offerte votive. Tra queste, alcuni vasi con funzione rituale, ceramica importata e terrecotte figurate, armi in ferro e bronzo ed elementi di ornamento personale.
“I recenti scavi – ha spiegato Caterina Greco, dirigente responsabile del parco archeologico di Selinunte – hanno prodotto risultati della massima importanza per la nostra conoscenza non solo dell’area di studio, ma anche e soprattutto della storia del sito archeologico nella sua totalità. Si tratta di un recupero straordinario realizzato con fondi della New York University e con il coordinamento della direzione del Parco, una sinergia che a Selinunte ha prodotto i primi frutti di un moderno modello di gestione dell’indagine scientifica. Un apprezzamento, inoltre, alla squadra guidata dal professor Marconi, in cui operano fianco a fianco archeologi, architetti, antropologi, restauratori, disegnatori, esperti informatici, un gruppo in grado di elaborare e di disporre in tempo reale dei dati giornalmente acquisiti sul campo”.
“Questo predecessore del Tempio R – ha poi aggiunto Clemente Marconi, professore all’Institute of Fine Arts della New York University e responsabile dello scavo per la parte americana – è al momento il tempio più antico di Selinunte e uno dei templi più antichi fin qui scavati in Sicilia. Le ulteriori ricerche potranno fornire ulteriori chiarimenti circa le dimensioni e la pianta dell’edificio: si tratta comunque di una scoperta notevole, che dimostra come la costruzione dei templi delle principali divinità della polis fosse uno degli atti eseguiti alla fondazione delle colonie, e non piuttosto un fenomeno di una o due generazioni più tardi, come suggerito dalla letteratura più recente”.