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Andrea Pazienza: vent'anni dalla morte del Genio

di mariagiovanna 8 luglio 2008

Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei più grandi fumettisti italiani: Andrea Pazienza. Nato a San Benedetto del Tronto ha vissuto tra Bologna, Pescara, New York e Montepulciano, dove è morto il 16 giugno del 1988 all’età di 32 anni. Un fiume in piena di idee, eclettico e dissacrante, ha saputo tradurre in fumetto il ’77 bolognese, una delle epoche più difficili e complesse della storia italiana, carica di tensioni e divisioni. Paz è stato un poeta dell’immagine, un narratore incredibile, oltre che un fumettista dal talento inimitabile. Un genio, vanitoso, felice, esuberante ed inquieto, come solo gli artisti sanno veramente essere.

I suoi personaggi fanno parte ormai della nostra memoria collettiva: Pentothal, Zanardi, Pompeo, il Partigiano, Fiabeschi. Nomi che rimbalzano ogni giorno in tantissimi ambiti diversi e che ancora oggi hanno qualcosa da trasmettere. Il film Paz! di Renato De Maria, uscito nelle sale nel 2002, è stato un piccolo evento cinematografico che ha saputo chiamare a raccolta schiere di curiosi di ogni età, oltre a nostalgici attempati. A dimostrazione di quanto sia stata feconda e generatrice di emozioni la produzione artistica di Andrea Pazienza, poi, ci sono piazze, edifici, musei, anfiteatri, associazioni, corsi di fumetto, dedicati a lui e ai suoi atipici personaggi di carta.

Paz ha saputo far uscire dal cono d’ombra un genere troppe volte considerato di nicchia come il fumetto, traslitterando la realtà, con ironia e sarcasmo, e a volte con un pizzico di sadismo, sulle sue tavole. La sua collaborazione con alcune delle migliori riviste di quel decennio come Il Male, Frigidaire (di cui era co-proprietario), Cannibale, Tango (supplemento de l’Unità) ne hanno fatto il protagonista indiscusso di un’epoca e di un genere, mai eguagliato negli anni a venire. Un’epoca che alla fine l’ha travolto, con i suoi tentacoli e le sue bassezze. L’eroina ha fagocitato anche lui, ha spezzato la sua vita e la sua opera, lasciando tutti in attesa, come se le sue storie non potessero finire così, ma avessero bisogno di continuare, all’infinito, e di strabiliare ancora, come avevano sempre fatto.

Molte sono le mostre e le iniziative che si susseguiranno per il ventennale della scomparsa in tutta Italia. Dal 19 luglio al 30 agosto, Vico del Gargano e San Menaio in Puglia, luoghi a lui tra i più cari e sua città di elezione, ricorderanno Andrea Pazienza con una mostra con quadri, tavole, fumetti e disegni dell’artista.
Alla Galleria A.A.M. Architettura Arte Moderna di Roma fino al 31 luglio.

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Una replica a “Andrea Pazienza: vent'anni dalla morte del Genio”

  1. Muni ha detto:

    «Pescara, non è solo una città “Dannunziana” ma è anche “Flaiana” e “Pazienziana”.

    Ad Andrea Pazienza sono state dedicate vie, piazze, scuole, Istituti d’Arte ed il Centro del Fumetto di Cremona.
    Solo a Pescara dove ha vissuto ed ha tratto molti spunti, poi inseriti nei suoi lavori, ad oltre 22 anni dalla sua scomparsa, nulla si è mosso.
    Aperto su Fb un gruppo che si propone di “colmare questa lacuna”