Scarabocchiare Sant'Eligio? Un'impresa da stupidi

di Valentina 7 gennaio 2009

La chiesa di Sant'Eligio

La chiesa di Sant´Eligio, in Piazza Mercato a Napoli, è la più antica di epoca angioina della città. Fu costruita nel 1270, ci pensate? Mura che hanno visto 738 anni di storia e arte. Roba da levarsi il cappello e fare la riverenza quando ci si passa accanto. Sembra incredibile ma non tutti la pensano così: leggete qui. In barba non solo alla preziosità del luogo, ma anche a una pattuglia di agenti ferma a pochi metri una trentina di ragazzi – bombolette alla mano e l’impellente necessità di sfoggiare tutta la propria stupidità – ha letteralmente ricoperto di scarabocchi la facciata che dà su Piazza Mercato. Dediche amorose, slogan calcistici, disegni osceni, tutto mischiato in uno sbraitante polpettone di colori.

Su Fanzinarte avevamo già discusso di graffiti. Ma questi tipetti non chiamiamoli writers, questi sono solo giovincelli ignoranti. I ragazzini (età tra i 12 e i 14 anni) l’hanno fatta sotto il naso alla vicina pattuglia e sono riusciti a sparire prima che arrivasse la municipale. Imprese idiote di questo tipo pare non siano una novità: la chiesa di Sant’Eligio e le sue antiche vetrate sono state usate come porta di calcio tra una birra e una chiacchiera, le pareti sono state usate come pagine di diario per dedicare frasi d’amore appassionate a qualche fidanzatina. Ciliegina sulla torta, un piano di riqualificazione un po’ traballante, che puntava a mettere in risalto le fondamenta dell’edificio, ha imposto la rimozione del cancello di cinta, ultima parvenza di protezione.

I danni causati dall’ignoranza ammontano a diecimila euro che nessuno sembra poter cavare dalle tasche. Forse sarà promossa una raccolta di fondi, chissà con quale esito. Sono antidemocratica se dico che la pecunia bisognerebbe farla sganciare ai suddetti teppistelli e famiglia? E magari fargli anche cancellare col sudore della fronte gli scarabocchi sul delicatissimo tufo? Insomma, visto che le loro famiglie non glielo hanno insegnato, metterli all’opera con un po’ di sano lavoro manuale perché si rendano conto che non tutto è lecito. Si sa che in Italia non c’è la certezza della pena. Lo sanno tutti, anche i ragazzini.

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