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Dalì a Milano: “Il sogno si avvicina”

di Anna 2 novembre 2010

Dopo un’assenza di più di cinquant’anni, l’arte del più celebre tra i surrealisti torna a Milano, a Palazzo reale. Con questa nuova esposizione, “Il sogno si avvicina”, curata da Vincenzo Trione,  si vuole far scoprire il rapporto dell’artista con la natura, l’immaginario e il desiderio.

“Coppia con la testa piena di nuvole”, 1937, olio su legno

Abbiamo di nuovo bisogno di Dalí per evadere da una condizione spesso noiosa, prevedibile. E questa esposizione ci serve proprio per fare una breccia nel conformismo culturale e trasmettere così tutto il potere della creatività. – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory – Perché il sogno è dentro di noi ed è una delle forme della realtà e del desiderio che l’arte racconta e attraverso le quali l’arte si racconta. Dalí a Milano è la cifra della creatività al potere o meglio del potere della creatività. Una relazione imperdibile”.

L’allestimento è stato realizzato dall’architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Salvador Dalí. Il percorso della mostra vuole guidare il visitatore dal caos dell’inconscio al silenzio, in un viaggio suddiviso in quattro sezioni e che raccontano il legame dell’artista con la natura, la storia, il sogno.

Sezione 1 – “Paesaggi storici: guardare dietro di sé e intorno a sé”

La prima stanza cui il visitatore accede è dedicata alla memoria. Qui viene illustrato il rapporto di Dalì con il passato: le opere sono ispirate ai grandi maestri della tradizione, e hanno come soggetti la natura e il mito. Segue la stanza del male, dove viene presentato il rapporto dell’artista con la contemporaneità: qui viene illustrato il tema della guerra.

Opere esposte:

  • Venere di Milo con tiretti, scultura, 1936-1964
  • Dematerializzazione del naso di Nerone, 1947
  • Apparizione dell’Afrodite di Cnido, 1981
  • La mano di Dalì toglie il vello d’oro a forma di nuvola per mostrare per mostrare a Gala l’aurora dorata, completamente nuda, lontanissima dietro il sole, (omaggio a Claude Lorrain), 1977
  • Eco geologico- La Pietà, 1982
  • Dietro la finestra, sulla sinistra, da dove esce un cucchiaio, Vélazquez agonizzante, 1982
  • L’infanta Margherita di Velàzquez nel cortile dell’Escorial, 1982
  • Studio per Atavismo del crepuscolo, 1933-34
  • Aurora, mezzogiorno, tramonto e crepuscolo, 1979
  • Il grande paranoico,  1936
  • Spagna, 1938
  • Scena in un caffè, disegno per il film Moontide, 1941
  • Volto della guerra, 1940/41
  • Impressioni d’Africa, 1938
  • Idillio atomico e uranico melanconico, 1945

Sezione 2 – “Paesaggi autobiografici: guardare dentro di sé”

Nella stanza dell’immaginario sono presenti le opere più legate al periodo surrealista, in cui l’artista approfondisce le tematiche legate all’inconscio, all’introspezione e alla ricerca di sé. Nella successiva stanza dei desideri è stata ricostruita la celebre “Sala Mae West”, ispirata al volto dell’icona sexy degli anni ’30, che Dalì realizzò con Tusquets Blanca all’interno del Museo Figueres.

Opere esposte:

  • Port D’Alguer, Cadaqués, 1918/19
  • Le tre età, 1940
  • Il giardino delle ore, 1981
  • Alla ricerca della quarta dimensione, 1979
  • Ritratto di Katharine Cornell
  • Il portico, serie La vita è sogno, 1971
  • Dalí galleggiando su Port Lligat, 1975
  • Dalilips, 1975
  • Sala Mae West, 1975
  • Progetto sala Mae West, 1975-1976
  • Viso di Mae West utilizzabile come appartamento, 1934 circa
  • Dalí con Tusquets e collaboratori al lavoro sul prototipo del Saliva sofà,1972

Sezione 3 – “Paesaggi dell’assenza: guardare oltre di sé”

Nella stanza del silenzio lo spettatore assiste alla scomparsa  della rappresentazione della persona umana e al trionfo del paesaggio. Questa fase dell’arte di Dalì è emblematizzata  nel “Cammino dell’enigma”. La stanza del vuoto è il punto di arrivo dove la pittura di caos si trasforma in pittura del silenzio. Il lungo cammino artistico passa da scenari di desolanti inquietudini all’astrazione, come testimonia l’ultimo olio dipinto prima della morte, nel 1983, “Il  rapimento di Europa”: un monocromo azzurro, lacerato.

Opere esposte:

  • Crocifisso, 1954
  • Labirinto, 1942
  • I tre gloriosi enigmi di Gala
  • Enigma (versione incompiuta de “I tre gloriosi enigmi di Gala”), 1982
  • Il cammino dell’enigma, (prima versione), 1981
  • Il cammino dell’enigma, (seconda versione), 1981
  • Tavola solare, 1936
  • Paessaggio con fanciulla che salta la corda, 1936
  • Coppia con la testa piena di nuvole, 1937
  • Donna che dorme in un paesaggio, 1931
  • Sulla riva del mare, 1931
  • Mostro bianco in un paesaggio angelico, 1977
  • Due pezzi di pane esprimono il sentimento dell’amore, 1940
  • Ratto topologico d’Europa – Omaggio a René Thom, 1983

Sezione 4 – “Epilogo”

La sezione conclusiva documenta il rapporto tra Dalí e Walt Disney. Quadri che rivelano richiami classici, memorie rinascimentali, atmosfere metafisiche e iconicità pop.

Opere esposte:

  • Grande testa di dio greco, 1946
  • Mani palmate, 1946
  • Destino Cocktail party, 1946
  • Telefono bianco e rovine, 1946
  • Piccolo uomo, mura in rovina e grande telefono
  • Disegni per il film Destino
  • Campanile, campana, fanciulla che salta la corda, grande figura maschile e orologio
  • Struttura triangolare con fontana riflettente
  • Anfiteatro rosa con due alberi e uomini
  • Torso-edificio su scacchiera
  • Pianura con palla al centro e montagna sullo sfondo

“Il sogno si avvicina” – Salvador Dalì

Milano, Palazzo Reale – Sala delle Cariatidi

Mostra aperta fino  al 30 gennaio 2011

Orari di visita
Lun ore 14.30-19.30
Mart, Merc e Ven ore 9.30-19.30
Giov ore 9.30-23.30
Sab e Dom ore 9.30-22.30

Biglietti
intero: euro 9,00
ridotto: euro 7,50
ridotto speciale: euro 4,50

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Una replica a “Dalì a Milano: “Il sogno si avvicina””

  1. rocco ha detto:

    ci dovrebbe essere qualche commento in più su Dalì il suo personaggio ecc.